26 Ott Smart Mobility, il futuro sulle nostre strade
La risoluzione di annosi problemi legati a traffico e inquinamento passa per la smart mobility, la mobilità intelligente.
Efficienza nei trasporti: un imperativo categorico
Il mondo degli inizi del XXI Secolo è un mondo caratterizzato da un sovraffollamento sempre più soffocante delle città. Infatti, ad oggi, oltre la metà della popolazione mondiale vive in città e la tendenza sembra destinata a non invertirsi, anzi.
Uno dei problemi principali che scaturiscono da questa massa enorme di popolazione che si sposta senza sosta verso i centri urbani è rappresentato sicuramente dalla mobilità.
Infatti, molte persone che dovranno spostarsi avranno bisogno di molte più auto costruite nel minor breve tempo possibile. Tuttavia, con l’aumento di queste risorse, aumenteranno anche inquinamento e traffico.
Per questo, sarà necessario ripensare praticamente da zero il concetto di mobilità: la direzione da seguire non sarà quella di produrre più auto ma di rendere più efficienti le risorse già disponibili.
Il digital in strada
Operare un efficientamento dei trasporti non è un processo fattibile in pochi giorni o mesi. Saranno necessari anni e un grande dispendio di energie e denaro.
Tuttavia, il digital, ancora una volta può venire in aiuto della mobilità, rendendola smart e sostenibile.
L’obiettivo, infatti, è proprio quello di integrare le tecnologie digitali nelle reti stradali.
Ciò può avvenire sfruttando la tecnologia per far comunicare tra loro strade, veicoli, semafori, parcheggi, segnali stradali, edifici e pedoni, fino a creare un vero e proprio sistema di smart mobility.
Elementi che comunicano
Le applicazioni della smart mobility possono essere infinite. Basti immaginare quanto tempo si potrebbe risparmiare se fosse il parcheggio stesso a dire alla nostra auto di essere disponibile e di localizzarsi sul nostro smartphone.
O, ancora, quanti ingorghi si potrebbero evitare se i semafori suggerissero il percorso migliore e impostassero da soli il loro funzionamento, in base ai flussi di traffico.
Insomma, implementare la tecnologia negli elementi che costituiscono le reti stradali potrebbe portare enormi benefici in termini di efficienza, favorendo una riduzione dell’utilizzo dei mezzi e, allo stesso tempo, un utilizzo più intelligente ed efficiente.
Uno sguardo al futuro
Spostando ancora più in la lo sguardo, si possono intravedere anche ulteriori evoluzioni della smart mobility, che ne porterebbero al pieno compimento.
Un esempio su tutti è la guida autonoma. Grazie alla guida autonoma, anche l’auto potrebbe entrare in maniera esaustiva all’interno della rete; un questo modo è possibile lasciare che il processo decisionale di un’auto sia influenzato anche dai dati raccolti dagli altri elementi connessi. Ciò potrebbe servire per decidere su una determinata direzione o un determinato comportamento da parte del mezzo.
Ciò porterebbe a maggiori condizioni di ordine e sicurezza sulle strade, perché le decisioni sarebbero prese dall’auto tenendo stessa sempre conto dell’interesse collettivo.
Un altro esempio è l’intermodalità. Finora, infatti, l’automobile è stata il punto di riferimento per la mobilità, considerando gli altri mezzi come un “contorno” e non come un’alternativa.
Con la smart mobility, l’auto potrebbe essere lasciata in un parcheggio e si potrebbe continuare il proprio viaggio usando un altro mezzo, ad esempio una bicicletta.
Una questione culturale
Considerare gli altri mezzi e i servizi di car sharing e bike sharing come un’alternativa valida, così come fidarsi della guida autonoma, non sono risultati prevedibili a breve termine né tanto meno di sicuro successo.
Infatti, uno dei limiti al concreto sfruttamento della smart mobility è di carattere culturale; adottare nuove tipoligie di mobilità, significa stravolgere le proprie abitudini, dover imparare a usare nuova tecnologia e imparare a fidarsi di essa.
Tutto ciò potrà essere realizzabile soltanto se dietro vi sarà una pianificazione strategica e intelligente da parte delle istituzioni.
A queste ultime infatti è richiesta una capacità di esprimere progetti e visioni di lungo periodo, in modo dare alla pianificazione urbana un ruolo prioritario.